Valtellina

La Valtellina è una regione alpina, corrispondente al bacino idrico del fiume Adda a monte del Lago di Como. Si trova nella regione Lombardia.

Della Valtellina fanno parte numerose valli laterali, come la Val Malenco, Val Masino, Valle del Bitto. Unica in terra svizzera è la Val Poschiavo, mentre la restante parte appartiene in toto all’amministrazione della Provincia di Sondrio.

La valle è parallela al crinale alpino essendo impostata sulla Linea insubrica, sistema di faglie che segnano la saldatura tra l’antica Europa e la Placca Adriatica staccatosi dal Gondwana.

È lunga 119 km e larga 66 km, ed è inclusa nella Provincia di Sondrio, con l’eccezione della Valle di Poschiavo (CH).

Il fiume Adda, scendendo dalla Valle di Cancano, sino a perdersi nel Lago di Como, traccia il corso della Valtellina, la quale tocca a levante il Trentino Alto Adige, a sud le province di Bergamo e Brescia, a settentrione le terre svizzere dei Grigioni. Se si fa eccezione della vallata svizzera di lingua italiana della Valle Poschiavo, da tutte queste zone la Valtellina è separata da montagne più o meno alte, alcune altissime e fra le prime d’Europa; e basti nominare il massiccio del Bernina il Cevedale e l’ Adamello. Ad occidente la Valtellina finisce nel Pian di Spagna un tempo paludoso ora in gran parte bonificato e tocca le province di Como e Lecco. La valle si sviluppa in una serie di bacini, chiusi da strozzature quando i due crinali di monti si avvicinano e principalmente alla Serra. Qui le montagne chiudono quasi la valle, lasciando solo un piccolo e difficile accesso ad un altro ampio anfiteatro, che formava anticamente il contado di Bormio. Sboccano in questo le valli Viola e dì Pedenosso, che porta all’Engadina e ai Grigioni e da levante la Valfurva.

I principali valichi della Valtellina, sono lo Stelvio (che con i suoi 2758 metri è il più alto d’Europa ed è stato spesso protagonista del Giro d’Italia) che da nell’Alto Adige, il passo San Marco verso la Val Brembana e quello dei Zappelli di Aprica verso la Val Camonica.

All’opposta estremità della Valtellina, verso il Lago di Como, si prolunga a settentrione la Valchiavenna.
Terra di grossi traffici, le vie di comunicazione salgono per la Valle San Giacomo e per il letto del torrente Liro al Passo dello Spluga, dal quale si accede alla Valle del Reno e a Coira, capitale del Cantone dei Grigioni. A est di Chiavenna vi è la Valle della Mera, che comunica con la svizzera Val Bregaglia e superato il Passo del Maloja con l’Engadina.

La città principale è Sondrio; altre località importanti sono Teglio, Morbegno, Tirano, Bormio e Livigno, queste ultime due mete rinomate dai turisti per gli impianti sciistici. Livigno ha inoltre il vantaggio di essere porto franco mentre Bormio quello di avere delle ottime acque termali.

Considerando la realtà dei bacini idrici, Livigno si trova nel bacino dell’Inn.

La vallata fu colonizzata, fin da epoche antichissime, da popolazioni di origini celtiche, liguri ed etrusche. In particolare Virgilio, Plinio il giovane (comasco) e Marziale narrano di come, in età pre-romana, i primi insediamenti ligustici ed etruschi avevano importato in Valtellina dalle zone delle Cinque Terre e della Lunigiana la vite. L’antichissimo popolo dei Liguri si stanziò appunto, oltre che su una lunga costa che andava da Marsiglia a Luni, lungo la dorsale appenninica settentrionale, su entrambi i versanti delle Alpi Occidentali. Raggruppati in stirpi o tribù, in particolare i Liguri Stazielli, acquisirono – dato che conoscevano già la vite – dai Greci i primi rudimenti di vinificazione.

Durante il Medioevo la Valtellina seguì le sorti della restante Lombardia. Essa fu sempre soggetta dal punto di vista ecclesiastico ai vescovi di Como, mentre civilmente dopo essere stata soggetta al Comune di Como venne incorporata verso la metà del XIV secolo nel Ducato di Milano. Gli abitanti dei vicini Grigioni, che già erano entrati più volte in Valtellina, nel 1512, approfittando delle invasioni straniere che avevano preso avvio nel 1494, la occuparono tutta pur garantendo alle popolazioni locali il rispetto degli antichi privilegi e consuetudini. Il 27 giugno 1512, con il Giuramento di Teglio, la Valtellina venne ufficilmente annessa ai Grigioni. Gli svizzeri istituirono una struttura amministrativa costituita da un capitano della valle che risiedeva a Sondrio e che veniva sostituito ogni quattro anni, mentre gli altri due terzieri venivano retti da un podestà di durata biennale. A parte erano governati il ricco contado di Chiavenna e quello di Bormio che avevano alle spalle una lunga storia di indipendenza e autogoverno.

Il dominio grigione durò dal 1512 al 1797. Durante questo periodo la Valtellina fu teatro di gravi scontri tra cattolici e protestanti. La Riforma protestante, proveniente dal Grigioni, aveva fatto numerosi adepti anche in Valtellina. Le dottrine nuove propagate dai Grigioni, per la vicinanza, per il commercio, tramite i magistrati inviati d’oltralpe, non tardarono a introdursi anche nella Valtellina. I Grigionesi vedevano con favore un allontanamento religioso della valle dalla Spagna, allora dominatrice del Milanese e principale Stato nel XVI secolo dell’Europa cattolica. Da Poschiavo la prima stamperia grigionesi, malgrado le ire del Papa e del Re di Spagna, seguitava a diffondere i libri dei Riformati per l’Italia; la valle era peraltro notoriamente aperta a quegli Italiani, che erano costretti a fuggire per sospetto di eresia, ad esempio il Camillo Renato che fu a Traona, a Chiavenna e in altre località della Valle negli anni ’40 del XVI secolo.

Ma poco a poco, l’occupazione da parte da parte dei Grigioni era diventata molto piu dura di quella esercitata dai Confederati Elvetici nella parte di Lombardia che oggi costituisce il Cantone Ticino. In effetti, mentre i Confederati, cattolici per i 9/12simi, consideravano i territori acquisiti come terre sottomesse ma autonome, i Grigioni, terre povere, ambivano all’annessione vera e propria della molto piu fertile Valtellina. In questa prospettiva, l’elemento religioso diventava fondamentale, e la conversione della Valtellina alla riforma poteva aiutare a staccarla dal suo antico telaio relazionale lombardo, comasco, cattolico. E così, l’insofferenza dei cattolici verso i protestanti, alimentata dai predicatori francescani e domenicani inviati in Valtellina da San Carlo Borromeo, aveva raggiunto livelli critici. Fu la morte in seguito a tortura dell’archiprete di Sondrio Nicolò Rusca a sancire definitivamente la rottura tra la comunità riformata e quella cattolica. I cattolicissimi spagnoli avevano peraltro un fortissimo interesse a transitare liberamente per la Valtellina potendo così mettere in diretta relazione i possedimenti italiani degli Asburgo di Spagna con quelli imperiali degli Asburgo d’Austria aggirando la sempre piu potente Venezia. Il governatore spagnolo di Milano finanziò largamente un gruppo di valtellinesi guidati da Gian Giacomo Robustelli di Grosotto che si pose a capo di una congiura che nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1620 sfociò nel cosiddetto Sacro Macello di Valtellina. In quella sola notte tutti i protestanti di Tirano, Teglio e Sondrio vennero trucidati o bruciati vivi da milizie cattoliche. Solamente un piccolo gruppo di 70 persone di Sondrio riuscì a salvarsi rifugiandosi in Engadina. In totale perirono tra i 600 e i 700 protestanti valtellinesi. Questo funesto massacro segnò la fine dell’intervenzionismo religioso grigionese e del proselitismo riformato in Valtellina. Da lì in poi, il dominio delle Leghe Grige smise di essere fonte di rancore per i valtellinesi. Al contrario, parte delle elite locali spinsero per fare della Valle una quarta Lega al pari con le tre altre. Queste speranze non si concretizzarono mai per la freddezza al riguardo delle prime tre Leghe Grige, e poi per l’arrivo di Napoleone Bonaparte che pose termine al dominio Grigione.

Nel 1797 Napoleone Bonaparte separò definitivamente la Valtellina dai Grigioni e la unì alla Repubblica Cisalpina. La Valle seguì quindi, durante l’epoca napoleonica le vicende dell’intera Lombardia quale parte poi della Repubblica italiana (1802-1805) e, in seguito, del Regno d’Italia (1805-1814) guidato da Napoleone stesso e dal viceré Eugenio di Beauharnais.

Con la sconfitta di Napoleone gli Svizzeri tentarono di riprendersi la Valtellina (insieme alla Valchiavenna), ma, quando dopo molti tentennamenti, il 27 aprile 1814, le truppe svizzere cercarono di scendere dalla Valle Bregaglia su Chiavenna, la Valle risultò essere ormai già occupata dagli austriaci. Gli Svizzeri si ritirarono pertanto senza combattere.

Nei mesi seguenti, al Congresso di Vienna, sembrò inizialmente che le pretese degli Svizzeri alla restituzione della Valtellina trovassero il consenso dei vincitori. Alla fine la Valle fu lasciata tuttavia al Regno Lombardo-Veneto e, dunque, in sostanza all’Austria, la quale, probabilmente, voleva assicurarsi il controllo dei passi alpini, in primis lo Stelvio. A tale esito contribuirono altresì le lentezze degli Svizzeri, motivate dai dubbi sullo status da accordare alla valle (cantone autonomo o parte del Canton Grigioni) e sull’ostilità dei protestanti ad ammettere nella Confederazione un ulteriore cantone cattolico.

Nel 1859 a seguito della Seconda guerra di indipendenza italiana la Valtellina fu annessa al Regno di Sardegna e, dunque, nel 1861 divenne parte del nuovo Regno d’Italia.

Valtellinaultima modifica: 2010-04-17T11:07:00+02:00da daytube
Reposta per primo quest’articolo